Che lo spazio urbano sia stato via via soggetto, ispirazione o riflessione, non è una novità. In questo caso la metropoli è oggetto di un’analisi che indaga i meccanismi di crescita. Attraverso le immagini. EndCommercial®: tra autori per un progetto diventato un libro e un’installazione. A Roma, martedì 24 settembre 2002

Vista da una fessura, stretta nei suoi nuovi margini obbligati, un’immagine sembra sospesa: chi la guarda ne percorre la superficie con il dubbio che qualcosa resti celato o risulti mistificato. Se le immagini sono una serie e soprattutto se il soggetto è una realtà complessa e inafferrabile come quella dello spazio urbano, il risultato potrebbe assomigliare ad un mosaico misterioso: accade per l’allestimento che accompagna la tappa romana della presentazione del libro EndCommercial® (un vero e proprio tour che ha toccato New York, Berlino e prossimamente Parigi), un volume in cui si parla di metropoli, dei suoi meccanismi di sviluppo e lo si fa attraverso una progressione di immagini. Le foto - la location è New York, intesa come topos della città - sono disposte sul piano orizzontale di una struttura metà contenitore metà tavolo, noi le vediamo attraverso quello che potremmo chiamare il coperchio, un altro piano opportunamente traforato: quel tanto che basta a creare una successione di finestre, di uguali dimensioni, equidistanti, una griglia, che assume la funzione che hanno le coordinate di un piano cartesiano.

Questa lettura guidata, questa progressione di sequenze senza didascalia fa di EndCommercial® una sorta di storyboard in cui sono bandite le parole, ma persistono i simboli: gli autori Wolfgang Scheppe, Luca Pizzaroni e Florian Böhm hanno realizzato un progetto a sei mani, in cui l’analisi dei dati è diventata immagine e marchi, loghi, sigle sono il repertorio iconografico contemporaneo. Il corpo della città, frammentato in una successione di scatti, di angolature differenti, si ri ­ compone nuovamente tra le pagine del libro e nell’installazione: è parcellizzato in una serie di foto (che nel volume sono catalogate e ordinate), osservato, ma non del tutto decifrato - perché strategie economiche, espansione urbana, delirio dei consumi sono fenomeni non completamente prevedibili, dall’evoluzione magari bizzarra o non sempre controllabile - in fondo, per certi versi ancora intatto… Almeno ci appare anche così tra i rettangoli ritagliati che della metropoli mostrano qualche volta un agglomerato confuso, o una persona che in quel momento è diventata un personaggio, una scritta luminosa, o il profilo dei grattacieli: frames apparentemente assemblati a caso, tolti alle rispettive storie, incanalati, uno dopo l’altro, in un sistema di lettura e di interpretazione.

È disincantata, impietosa, ma non scarna, questa visione che fa di New York un paradigma, una campionatura esemplare: una trama di immagini, da sfogliare o da guardare srotolata su un tavolo. Il punto di vista è una privilegiata prospettiva aerea.